Tra i divertimenti medievali dei trevigiani non mancarono nemmeno le corse al “Palio”. Nel corso dell’anno una di esse era indetta dal Comune per commemorare qualche importante avvenimento,  un’altra era promossa dagli avogari del vescovo e qualche altra da persone private. Tra le corse indette dal Comune, si hanno precise testimonianze di quella avvenuta nel 1340, quando Treviso si trovava da pochi mesi sotto il dominio della Repubblica di Venezia ed era podestà Marino Falier. In quell’anno e poi anche in parecchi altri dei seguenti, la corsa si svolse il giorno 6 dicembre, festa di San Nicolò: un bando del podestà, pubblicato alcuni giorni prima della corsa nelle tre principali Piazze della Città, cioè del Duomo, del Carrubio (attuale Piazza dei Signori) e di San Leonardo, avvertiva che tutti i quali avessero voluto prendervi parte dovevano dare in nota i loro cavalli al poderstà e avvisava che il primo cavallo a raggiungere la meta avrebbe guadagnato il palio (solitamente  consisteva in parecchie braccia di velluto cremisi), il secondo un falcone o avvoltoio, l’ultimo l’allegorica “baffa porcina” (un prosciutto o pezzo di lardo di porco). Nei bandi degli anni seguenti fu aggiunto il premio al terzo arrivato, consistente in un gallo.

Alcune rievocazioni del palio in provincia:

  • Asolo: 3° domenica di settembre “il palio della Regina”
  • Castelfranco Veneto: a settembre “il palio del Castel d’amore”
  • Conegliano: ottobre la “Dama Castellana”
  • Gaiarine: in estate il “palio dei vecchi mestieri”
  • Motta di Livenza: giugno il “palio delle Batee”
  • Portobuffolè: giugno “Portobuffolè XIII Secolo”
  • Vazzola: maggio “Palio di San Gregorio”
  • Vidor: settembre “l’assalto al Castello”
  • Volpago del Montello: settembre “palio del Spacazoch”
  • Venegazzù: settembre “palio della pigiatura con le gambe”